La Repubblica – 5 Giugno 2011

Dopo l’ assalto e la totale devastazione dell’ ambasciata d’ Italia a Tripoli, ancora un raid contro un simbolo italiano in Libia. Questa volta è stato devastato e profanato il cimitero cattolico della città, il luogo consacrato in cui erano concentrati in due ossari i resti di ottomila italiani morti in Libia, tutti civili visto che Gheddafi nel 1970 aveva imposto che i resti di ufficiali e soldati venissero trasferiti in Italia. L’ assalto è stato reso noto da Giovanna Ortu, presidente dell’ Associazione degli italiani rimpatriati dalla Libia. «Sono entrati nel cimitero venerdì, hanno spaccato tutto, la cappella con il crocifisso: non sono riusciti a entrare nelle due ali dove ci sono gli ossari, hanno devastato l’ abitazione del custode e lasciato scritte minacciose con cui promettono di bruciare tutto la prossima volta». La Ortu era stata in prima linea nello spingere il governo italiano a restaurare il cimitero, che negli anni era caduto nel più totale abbandono. Due anni fa, al termine del lavori avviati al tempo in cui Gianfranco Fini era ministro degli Esteri, il camposanto era stato inaugurato con una cerimonia. A Tripoli, a guardia del cimitero e della sua piccola abitazione ormai devastata, era rimasto il custode Bruno Dalmasso, a sua volte reduce dall’ Eritrea. Sul fronte militare, ieri la Nato ha annunciato che per la prima volta sono entrati in azione elicotteri d’ attacco britannici e francesi. I primi video girati con telecamere notturne mostrano il decollo, le esplosioni sulla costa e poi il rientro degli “Apache” dell’ esercito inglese su una nave: immagini destinate a giocare un effetto di propaganda, visto che ormai, al quarto mese di guerra, davvero gli obiettivi militari libici devono essersi assottigliati di molto. Gli attacchi sono stati compiuti nella zona di Brega, un porto petrolifero tenuto dai gheddafiani che le forze dei ribelli si dicono pronte a riconquistare. La prima operazione degli elicotteri quindi potrebbe essere parte del lavoro preparatorio per la nuova offensiva dei ribelli.

Vincenzo Nigro