AGI – 31 Agosto 2010

Grande delusione: si puo’ ‘tradurre’ cosi’ la reazione dell’Associazione dei rimpatriati italiani dalla Libia (Airl) alla visita a Roma di Muammar Gheddafi che ha rivendicato il merito di aver salvato la vita dei nostri esuli. Scherza Giovanna Ortu, presidente dell’Airl, invitata alla festa per il Trattato di amicizia e alla manifestazione equestre: “La mia prima reazione stamane? E’ stata quella di prenotare una doppia seduta dallo psicanalista”, dice. Poi spiega: “Di noi non si parla mai, si citano il fascismo e i suoi mali per esaltare il nuovo trattato. Neanche ieri, dopo il discorso di mezz’ora tenuto da Gheddafi, il Governo ha ricordato che la presenza italiana in Libia risale ai nostri avi, nessuno ha citato il patrimonio architettonico considerevole che abbiamo lasciato e nemmeno i danni di guerra ripagati”. 
“Ma le pare – ha incalzato la Ortu – che oggi Israele se la potrebbe prendere con la Germania della Merkel per i campi di concentramento, senza suscitare reazioni? Gheddafi si e’ sentito in dovere di giustificare il proprio operato, nessuno, invece, ha difeso il nostro Paese che quarant’anni fa ha schierato la flotta della Marina, pronta ad intervenire se qualcuno ci avesse torto un capello”. 
Uno Stato “deve difendere i propri cittadini e la verita’ della propria storia. Ieri non era forse il momento di replicare, ma il mio invito a farlo resta”, dice Ortu che sulla festa aggiunge: “non riesco a capire perche’ mi abbiano invitato. Non ho potuto nemmeno salutare Gheddafi. Il carosello dei carabinieri? E’ l’unica parte che mi ha scaldato il cuore”.