Quotidiano Nazionale – 31 Agosto 2010

“Non abbiamo petrolio né clandestini, e così nessuno ci ascolta. Ci hanno promesso una miseria di indennizzi, ma poi neppure quelli ci danno: Tremonti dice che non ci son soldi e non firma i decreti attuativi. E così, paradossalmente speriamo in Gheddafi…”. Giovanna Ortu è la combattiva presidente dell’Associazione italiani rimpatriati dalla Libia, E non ha mia mancato di far valere i diritti dei 20 mila italiani che furono cacciati nel luglio del 1970.

Signora Ortu, com’è che ha accettato di andare alla cena con Gheddafi e Berlusconi?

“Vede, noi non abbiamo i potere ricattatorio di Gheddafi, ma abbiamo pagato per colpe non nostre e soprattutto non vogliamo rinunciare ai nostri diritti. Quest’anno è il 40° anniversario dell’espulsione e noi non vogliamo dimenticare le nostre ferite morali e materiali”.

Ma perché accettare l’invito se vi sentite maltrattati?

“Perché nel trattato italo-libico del 2008 si stanziavano 150 milioni di euro quale risarcimento per i beni che ci furono confiscati dai libici, e che ai valori di oggi ammontavano a circa 3 miliardi. Il risarcimento deve essere pagato dall’Italia che in qualche modo si era accollata il ‘debito’ libico, spalmato su tre anni, 2009-2011, ma sinora non abbiamo visto un euro. Ora siccome Berlusconi ascolta attentamente Gheddafi, spero di avere l’occasione di scambiarci due parole”.

Con Gheddafi?

“Già. E sono sicura che se lui intercedesse, Berlusconi finirebbe per parlare con Tremonti…”.

Una provocazione …

“Certo. E comunque siccome siamo ancora in uno stato di diritto, i nostri avvocati hanno diffidato

Tremonti. Non molliamo mica”.

Irritata per le ultime prese di posizione di Gheddafi sulla religione e le donne?

“Io sono amica del popolo libico, ma dire che lì le donne hanno più diritti è una pura assurdità. Un esempio: e una donna si separa perde tutti i diritti sui figli. Cos’è, moderno? Giusto? Quanto all’Islam, crede che ci sia consentito di fare proselitismo a Tripoli? Provate, poi mi dite…”.

Alessandro Farruggia