ADN Kronos – 28 Agosto 2010

“Ancora non abbiamo visto un euro”. In vista dell’arrivo in Italia del leader libico Gheddafi, protesta la presidente dell’Airl, l’associazione degli italiani rimpatriati dalla Libia, Giovanna Ortu, nata nel 1939 nel paese africano da padre sardo e madre siciliana e cacciata assieme ad altre 20.000 persone nel luglio 1970, subito dopo la presa del potere da parte del colonnello Gheddafi nel settembre 1969.

“Il governo Berlusconi con il suo ministro dell’Economia Tremonti – spiega all’ADNKRONOS – non ha firmato il decreto attuativo della legge del febbraio 2009 di ratifica del trattato fra Italia e Libia dell’agosto 2008, con la quale si stanziavano 150 milioni di euro per tre anni – 2009, 2010, 2011 – quale risarcimento ai privati per i beni confiscati quarant’anni fa. In media, fa circa 8.000 euro a persona”.

In realtà, osserva Ortu, “più che di risarcimento, si tratterebbe di un modesto indennizzo, rispetto ai 400 miliardi di lire al valore del 1970 che rivalutati sarebbero pari a circa 3 miliardi di euro di oggi; una somma praticamente pari ai 5 miliardi dollari destinati dal nostro governo alla Libia per i cosiddetti danni del colonialismo e pagati attraverso la costruzione di un’autostrada e altre opere urbanistiche, per i cui lavori sono comunque interessate aziende italiane: una sorta di ‘partita di giro’ insomma. Ma la realtà è che anche di questo modesto indennizzo nelle nostre tasche non è arrivato finora nulla”.

Più che con la Libia , l’associazione degli italiani rimpatriati se la prende con l’Italia, “che storicamente non si è mai dimostrata in grado di intervenire con efficacia, fin da quando l’allora presidente del Consiglio Aldo Moro – ricorda Ortu – si affidò all’Egitto, sbagliando, per ottenere la tutela dei nostri interessi. L’accordo recente con la Libia è sembrata essere l’occasione giusta per liquidare l’intera questione, ma purtroppo finora così non è stato”.

In ‘compenso’, alla presidente dell’Airl è arrivato un invito firmato Berlusconi per assistere lunedì prossimo assieme al premier e al colonnello Gheddafi alla kermesse di equitazione prevista alla caserma dei Carabinieri ‘Salvo D’Acquisto’ a Tor di Quinto. “Sono molto grata dell’invito che è pur sempre un gentile segnale di attenzione che negli anni passati è mancato – sottolinea – nonostante anche l’interessamento testimoniato dal Quirinale”.

Aggiunge poi con un pizzico di ironia: “Andrò volentieri alla manifestazione, ma non vorrei che fosse un invito indiretto a darci all’ippica… nel senso di rinunciare alle nostre sacrosante richieste. Anzi, l’occasione potrebbe essere la più adatta per firmare i decreti attuativi, ora rimandati con la scusa della crisi economica”.

Enzo Bonaiuto