ADN Kronos – 31 Gennaio 2009

‘Basta inchini al dittatore libico’, e’ la scritta che campeggia sui manifesti esposti questa mattina da una delegazione dell’Udc davanti all’ambasciata libica in via Nomentana, a Roma, per protestare contro la visita di ieri di Silvio Berlusconi a Tripoli. Lorenzo Cesa, segretario del partito di via dei Due Macelli non usa giri di parole: ‘Riteniamo che inchinarsi di fronte a dei dittatori sia sbagliato. In Libia vige un regime dittatoriale senza controlli internazionali, dove i diritti umani e la liberta’ delle persone vengono ripetutamente violati. In piu’, il regime non rispetta il dolore delle vittime, accogliendo come un eroe l’attentatore di Lockerbie. Iltrattato di amicizia italo-libico e’ un accordo costosissimo per noi, perche’ 5 mld di dollari potevano essere investiti oggi a sostegno delle nostre imprese, infrastrutture e famiglie’. 
Il leader centrista non ha dubbi: ‘Non possiamo dimenticare, inoltre, gli esuli, privati di tutto, gli incarcerati da Gheddafi, gli atti di terrorismo. E’ chiaro che di mezzo c’e’ un ricatto di tipo energetico. E’ stata una scelta quanto meno discutibile quella di lasciare i partner tradizionali per fare l’occhiolino a Gheddafi e a Putin: significa affidare all’incertezza e alla precarieta’ il futuro energetico dell’Italia, pagandone pero’ subito il prezzo’. Alla manifestazione partecipano circa un centinaio di persone. Ad accompagnare Cesa ci sono gli esponenti del partito Ferdinando Adornato e Francesco D’Onofrio.

Cesa insiste: ‘Si tratta di un trattato mortificante per i nostri connazionali esuli, cacciati dalla Libia e privati di tutti i loro averi, che aspettano ancora un vero risarcimento. E’ scandaloso che lo Stato italiano si sia occupato prima dei libici e poi degli italiani. Il ministro La Russa ha poi confermato che ci saranno collaborazioni di tipo militare con la Libia. Ma per le questioni energetiche non possiamo sacrificare tanti anni di impegno (passato, presente e futuro) nell’ambito della Nato e a fianco dei Paesi occidentali’. 
Il leader centrista denuncia ‘ad oggi un rischio concreto: che la politica estera del nostro Paese scivoli pericolosamente fuori dall’atlantismo e dall’europeismo e si apra alle cattive amicizie come quella con Gheddafi. La sola forza politica che si e’ opposta fin dall’inizio alla firma del trattato con la Libia -sottolinea e’ stata l’Unione di centro. Noi siamo stati coerenti fin dall’inizio. Gli altri no. E’ un trattato umiliante per l’Italia, che fa sorridere solo Gheddafi e che non da’ garanzie al nostro Paese che venga rispettato’.