Il Corriere della Sera – 14 Dicembre 2008

I Rimpatriati dalla Libia hanno letto con particolare interesse la storia dei rapporti bilaterali vista sotto l’angolatura dei giacimenti petroliferi.

Ho ripensato a quante volte Ardito Desio fino alla sua morte ha partecipato alle nostre assemblee per portare solidarietà a coloro che avevano vissuto e operato in un Paese povero e ne erano stati espulsi senza riuscire a trarre profitto dal grande boom petrolifero.

La storia dirà se la nostra cacciata fu in qualche modo contrattata dal Governo italiano; certo è che il disinteresse dell’Eni è stato costante: solo tre anni fa avevo chiesto al responsabile delle relazioni esterne della compagnia che l’Eni facesse fronte alle spese di ristrutturazione del cimitero di Tripoli in completo abbandono affinché le salme di novemila nostri defunti potessero degnamente trovare riposo.

L’imbarazzata risposta, dopo alcune settimane di attesa fu che la compagnia non era interessata alla «sponsorizzazione».

Ora che il Governo italiano è impegnato a trovare i fondi per far fronte dopo 38 anni ad una decente legge di indennizzo a nostro favore, pari comunque ad un quarto di quanto abbiamo perduto, non sarebbe il caso che in tutto questo andirivieni di cifre enormi (5 miliardi di dollari regalati da Berlusconi a Gheddafi, 3 miliardi di euro incassati dall’Eni per l’ingresso del socio libico) si saldasse il nostro debito senza sottoporci ad ulteriori umilianti attese?

Giovanna Ortu

Presidente Airl

Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia

Sergio Romano Rubrica “Interventi e Repliche