Il Tempo – 8 Dicembre 2008

La Libia prepara il suo ingresso nel capitale dell’Eni, colosso energetico italiano. E, secondo una scaletta già abbozzata con il governo italiano, l’omologa tripolina del gruppo del Cane a Sei Zampe, e cioè la Noc (National Oil Company), potrebbe esordire con un quota intorno al 5% per poi salire fino al 10% nella società.

Una posizione che consentirebbe a Tripoli di vedere in prospettiva anche la possibilità di chiedere un posto nel cda guidato da Paolo Scaroniè. L’ingresso in cda – ha spiegato l’ambasciatore libico in Italia Hafed Gaddur in una serie di dichiarazioni alla stampa – non è comunque «il nostro principale obiettivo. A noi interessa la stabilità dell’investimento e la sua redditività», ha detto Gaddur sottolineando che Tripoli è pronta a mettere sul piatto tra i 5 ed i 9 miliardi di euro per una «quota compresa tra il 5% ed il 10% del capitale dell’Eni». «Ribadendo il carattere “amichevole” dell’operazione, Gaddur ha sottolineato poi che «da quando il nostro leader ed i governi italiani di Berlusconi e Prodi hanno deciso di costruire un vero partenariato tra i nostri due paesi, poco alla volta stiamo mettendo a punto i tasselli per un riavvicinamento politico che venga consolidato anche dall’integrazione economica». Sul punto politico è intervenuto Roberto Cota, presidente dei deputati della Lega Nord: «La Libia vuole entrare nell’Eni? Noi vogliamo che attui l’accordo con il nostro paese per il contrasto all’immigrazione clandestina». 
Positiva l’accoglienza ai libici da parte di Antonio Di Pietro (Idv): «Ben venga la Libia se regole sono chiare». Ottimismo anche da parte industriale. Pasquale De Vita, presidente Unione Petrolifera ha detto: ««La volontà espressa da un paese produttore di voler entrare nel capitale è anche un grande riconoscimento all’Eni».

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