Il Velino Diplomatico – 30 Ottobre 2008

“Abbiamo coronato un lavoro che durava da tempo”. Cosi’ il ministro degli Esteri Franco Frattini ha salutato, in occasione del convegno italo-libico di giovedi’ alla Farnesina, la firma del tratto di amicizia italo-libica il 30 agosto scorso a Bengasi. Un lavoro che, ha sottolineato, “non ha colore politico” perche’ e’ stato cercato da tanti governi italiani in questi anni. Frattini ha poi concordato con Seif al-Islam, il figlio del colonnello Muammar Gheddafi, alla testa della delegazione libica alla

Farnesina: “Sono d’accordo, non dobbiamo limitarci a collaborare in campo energetico ma allargare la collaborazione ai nostri popoli. Ed e’ cio’ che si e’ scritto nel preambolo del trattato – ha spiegato il ministro. Preambolo in cui l’Italia esprime ‘profondo dolore’ per le sofferenze inflitte ai libici nel passato ma i cui si punta anche a intrattenere un ‘rapporto speciale’ per il futuro”.

Il capo della Farnesina ha ricordato gli elementi di cooperazione culturale del trattato che prevede l’erogazione di borse di studio “a favore di migliaia studenti libici”.

Tra gli altri aspetti “non energetici” dell’accordo: la presa in carico dei bisogni di cittadini libici anziani o indigenti a cominciare dalla costruzione di alloggi popolari e le attivita’ di sminamento. “aspetti forse meno importanti – ha aggiunto Frattini – ma dall’alto valore simbolico”.

“In cambio – ha proseguito il ministro – abbiamo ottenuto il diritto a tornare in Libia: per visitare un sito, vedere una casa, aprire un bar o visitare un cimitero dove riposa uno dei nostri cari”. Frattini ha riconosciuto che resta aperta la questione degli indennizzi a favore degli italiani obbligati a lasciare la Libia, “ma oggi il negoziato continua con uno spirito diverso, di collaborazione ed amicizia”. “Lavoreremo poi per prevenire fenomeni che preoccupano entrambi”. In primis la questione immigrazione clandestina e la necessita’ per l’Italia di aiutare la Libia a proteggere la sua frontiera meridionale, porta di accesso verso il Mediterraneo per le decine di migliaia di disperati che cercano di immigrare in Europa. “Non possiamo pretendere – ha affermato Frattini – che la Libia sia il gendarme dell’Europa. E dobbiamo lavorare insieme”. Il ministro degli Esteri ha quindi concluso il suo intervento al convegno italo-libico parlando della ratifica: “Dieci giorni fa ho inviato il testo del trattato ai presidenti delle Camere e i parlamentari possono prenderne visione. Tra ‘brevissimo’ tempo – ha concluso Frattini – invieremo il testo finale della legge di ratifica. Ci sara’ in Parlamento un ampio e approfondito dibattito, ma confido in una ratifica rapida e trasversale”.

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