Due importanti eventi per combattere il terrorismo e stabilizzare la situazione in Libia sono stati annunciati dal ministro Gentiloni: “Domenica 13 dicembre, a Roma, una conferenza ministeriale sulla Libia che riunisca non solo i grandi player globali” e tra due mesi “si svolgerà il vertice del coordinamento della coalizione anti-Daesh, lo small group, costituito a livello di ministri degli Esteri e della Difesa”

Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni nel corso dell’informativa al Senato sulla crisi in Medio Oriente e Nord Africa ha annunciato che l’Italia sta lavorando per “organizzare a Roma, domenica 13 dicembre, una conferenza ministeriale sulla Libia che riunisca non solo i grandi player globali, ma anche i principali Paesi della regione. Alla luce dei contatti di questi giorni – ha spiegato – credo che questo obiettivo è alla nostra portata e può dare a tutto il percorso libico una spinta decisiva” nel “rimuovere gli ostacoli che hanno frenato le possibilità di intesa e costruire una cornice e una road map”. Inoltre il nostro Paese sta lavorando per organizzare tra due mesi, sempre a Roma, “il vertice del coordinamento della coalizione anti-Daesh, lo small group, costituito a livello di ministri degli Esteri e della Difesa”. “Certamente la pace in Libia – osserva Gentiloni lasciando la ministeriale esteri della Nato – deve essere frutto di decisioni delle parti libiche. Ma, altrettanto certamente, il tempo non è infinito e la comunità internazionale può dare una spinta decisiva a questa attività negoziale tra le parti libiche. E questo è l’obiettivo che l’Italia si propone, accanto agli Stati Uniti, con questa ipotesi di lavoro”. Il lavoro di Italia e Stati Uniti per una conferenza di Roma sulla Libia arriva mentre giunge la notizia di un rafforzamento della presenza dell’Isis in Siria. “La contromossa da prevedere – dice Gentiloni – è quella di garantire un governo di accordo nazionale in Libia, ovviamente sostenuto dalla comunità internazionale, che gradualmente sia in grado di riprendere il controllo del territorio in Libia e di stabilizzare la situazione”. Gentiloni non conferma l’arrivo di 4-5mila jihadisti, ma osserva che “certamente a Sirte c’è una presenza di Daesh da molti mesi”. “Ci sono evidenze, anche se non con i numeri che si dicono, di un rafforzamento di questa presenza di Daesh nell’area di Sirte, che è un’area simbolica per la Libia per tante ragioni, e questo – afferma il ministro degli esteri – è un motivo in più per la comunità internazionale per accelerare la spinta affinché le parti libiche trovino finalmente un accordo su questo governo, e su questo stiamo lavorando”. In merito alla situazione della Siria, Gentiloni ha detto che “nel corso del processo di transizione” in Siria, Bashar Assad “dovrà lasciare il potere” e “credo che su questo punto si potrà costruire una convergenza”, anche perché, aggiunge, “immaginare una sua permanenza sine die significherebbe assolverlo dalle sue responsabilità”. Inoltre per il capo della Farnesina la rappresentazione di un’Italia “assente o riluttante” nel contrasto all’Isis “fa a pugni con la realtà e “svaluta il lavoro di centinaia e centinaia di connazionali che stanno lavorando con il consenso e l’apprezzamento della coalizione internazionale”.  Poi  il ministro degli esteri, Paolo Gentiloni, commenta l’ufficializzazione dell’invito al Montenegro ai negoziati per l’ingresso nell’Alleanza Atlantica:  “Oggi è una giornata simbolicamente importante per la Nato perché si aggiunge all’Alleanza un 29/o membro. Questa non è una decisione contro qualcuno ma per rafforzare la sicurezza sia nella zona dei Balcani sia in quella dell’Adriatico, che interessa direttamente il nostro paese”. A margine della ministeriale Nato, Gentiloni ha avuto un incontro bilaterale con il collega turco Mevlut Cavusoglu al quale ha ribadito “la nostra solidarietà ed il nostro invito a contatti diretti bilaterali con la Russia” ma anche “il nostro auspicio che non ci siano escalation dopo il gravissimo incidente di una decina di giorni fa” e al quale ha espresso anche l’auspicio che “l’incidente non pregiudichi quello che si sta cercando di fare al tavolo di Vienna per il processo di transizione in Siria”.  Il Canada “certamente ci darà un contributo importante” alle “missioni di training nel teatro iracheno che, in diverse postazioni dal Kurdistan a Baghdad alla regione dell’Anbar, l’Italia sta sviluppando”. Lo ha detto il ministro degli esteri, Paolo Gentiloni, dopo un bilaterale con il collega canadese, Stephane Dion, a margine della seconda giornata della ministeriale esteri della Nato a Bruxelles. Domani il ministro degli Esteri Gentiloni avreà un incontro bilaterale anche con il capo della diplomazia russa, Serghiei Lavrov, a Belgrado a margine della Conferenza ministeriale dell’Osce.