ROMA – “Piena fiducia nella capacità delle nuove autorità libiche di far fronte alle imminenti sfide che le attendono, a cominciare dalla formazione del governo e dal completamento del quadro istituzionale nel segno dell’inclusività e della riconciliazione nazionale”. E’ quanto espresso dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha oggi ricevuto a Palazzo Chigi il premier designato, Fayez Al-Serraj, alla sua prima visita europea dopo l’adozione dell’accordo politico il 17 dicembre scorso a Skhirat in Marocco.

Renzi, si legge in una nota di Palazzo Chigi, ha assicurato che “la nuova Libia potrà contare sul deciso sostegno che l’Italia, in coordinamento con la comunità internazionale, intende assicurare per la riabilitazione dei servizi essenziali, la creazione di solide premesse per lo sviluppo economico e sociale nonché per la stabilizzazione del Paese, con particolare riferimento alla lotta al terrorismo e al traffico di esseri umani. L’Italia è pronta a rispondere con tempestività, e nel necessario quadro di legalità internazionale, alle eventuali richieste di assistenza che la libia dovesse rivolgere”.

Dopo l’incontro, cui era presente anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, la delegazione guidata da Fayez Al-Serraj ha auspicato in un comunicato che “l’ambasciata d’Italia e il consolato tornino a Tripoli il più presto possibile”, così come i voli diretti tra Italia e Libia. E ancora: “Stiamo lavorando per riavviare il Trattato di amicizia e cooperazione” tra Italia e Libia, firmato il 30 agosto del 2008, che “aiuterà le nostre riforme economiche e il ritorno degli investimenti stranieri”.
L’intesa per la formazione di un governo di unità nazionale è stata firmata in una cerimonia cui hanno preso parte circa 200 tra parlamentari, esponenti tribali e politici libici oltre ai ministri degli Esteri di Italia, Qatar, Turchia, Tunisia e del Paese ospitante, il Marocco. L’accordo è stato successivamente controfirmato dall’inviato dell’Onu in Libia, Martin Kobler, seguito da una decina di altri esponenti della società libica.

Il governo di unità nazionale dovrà presentare un testo di una nuova Costituzione che entro un anno sarà sottoposto a referendum popolare. La tappa successiva sarà l’organizzazione delle elezioni e la formazione di un nuovo Parlamento e governo. Ma dovrà contemporaneamente disarmare le milizie, traguardo finora risultato impossibile da quando, quattro anni fa, fu rovesciato il regime di Moammar Gheddafi.

E’ del 23 dicembre invece la risoluzione Onu che esorta tutti gli Stati a rispondere positivamente alle richieste di aiuto che verranno nei prossimi mesi dal governo legittimo libico. Il nuovo esecutivo, secondo gli accordi di Skhirat, dovrà essere varato dal Consiglio presidenziale nel mese di gennaio, e indicherà le necessità più urgenti sul piano economico, umanitario e di sicurezza nell’interesse del popolo libico.