Sono loro che avrebbero in custodia l’autista legato al sequestro dei quattro tecnici italiani. Nuovo rinvio del voto a Tobruk
Si definiscono forze di deterrenza e anticrimine, sono di orientamento islamista conservatore e rispondono al comandi di Abdul Raouf Kara. E’ la Brigata Al Nawasi, la milizia che si occupa della sicurezza del premier nominato Fayez Al Serraj e dei membri del Consiglio presidenziale libico. La “principale» forza a cui è affidata la protezione dell’esecutivo appoggiato dalla comunità internazionale, precisano fonti ben informate. La Brigata è stata tra le prime ad allinearsi con Serraj, assicurando protezione, oltre a svolgere funzioni di «Rada Forces» (forze speciali di deterrenza), e «Unità anticrimine” direttamente alle dipendenze del ministero degli Interni. Sono loro che porrebbero avere in custodia, l’autista sospettato di essere coinvolto nel rapimento dei quattro italiani dipendenti della Bonattisequestrati a luglio, e di cui due rimasti uccisi i primi di marzo. Controllano una porzione strategica della capitale, quella che va all’aereoporto di Mitig a Souq al Jumaa, sul versante centro-orientale, sino alle tangenziali. Oltra ad essere presenti nel centro di Tripoli ed a occuparsi del presidio della base navale di Abu Sitta dove risiede Serraj. Sono di estrazione islamica conservatrice, ma si dichiarano nemici acerrimi dello Stato islamico, che combattono nella veste di unità anti-terrorismo. Kara, viene considerato un “self made revolutionary”, un rivoluzionario che si è fatto da solo e si è guadagnato potere e rispetto nella galassia delle milizie libiche. E’ noto per aver accolto nella sua Brigata, dopo la rivoluzione, criminali per combattere il crimine dilagante, e per essere stato tra i promoitori della guerra del 2014. Kara e la Brigata Al Nawasi hanno il tacito sostegno di Belhaj Omar; una sorta di icona dell’universo islamista libico e internazionale. Leader di una formazione che si è a lungo battuta contro il regime di Gheddafi, Belhaj fu arrestato in Indonesia dal MI6, i servizi britannici, ma rientrò in patria all’inizio della primavera araba nel 2011. Con la capitolazione del Colonnello la sua stella è tornata a splendere nei cieli della Libia e, pur non avendo mai ricevuto incarichi politici, è un riferimento a tutti i livelli per molte formazioni libiche. Gli si attribuiscono rapporti preferenziali con Qatar e Turchia. Oggi indossa il doppiopetto nella veste di uomo d’affari e azionista ombra della compagni aerea “Libyan Wigs”, e la amicizia “significa assicurarsi soldi e immunità”, spiegano fonti locali. Ed è questo che rende la Brigata di Kara ancora più forte, almeno ad ovest. Diverso il discorso sul piano dell’interno del Paese, dove le forze in campo sono tante e tali da rendere Nawasi solo coprotagonista assieme ad altre milizie. Nonostante il Consiglio presidenziale goda a Tripoli di una relativa sicurezza con Nawasi, forse lo stesso non può dirsi per Tobruk dove nessun membro si è recato ieri in rappresentanza di Serraj per la votazione della fiducia del parlamento al governo, finita con un nulla di fatto per mancanza del quorum. “E’ il riflesso della frammentazione di questa Libia- spiegano le fonti- ad Est è quasi un altro mondo, ma ad ovest Nawasi è “la brigata”. Del resto non sarebbero loro a proteggere Serraj, ovviamente dopo le forze speciali di Sua Maestà”.