Pubblicato su Italiani di Libia 4-2019

 

I paesi che vivono le guerre e i conflitti hanno una faccia nascosta, della quale nessuno all’esterno pare rendersi conto. Nessuno tranne coloro che vivono dal di dentro quegli eventi come variabili del proprio territorio. Dove i volti della vita non scompaiono, nonostante il suo deterioramento e l’assenza di alcuni aspetti del quotidiano: è la tragedia delle guerre, con la sua polvere di morte e di distruzione.

Questa vita, che rimane attaccata alla terra e alle persone, può essere  raccontata, per esempio, da un regista attraverso una voce cinematografica o da un scrittore attraverso poesie, racconti o narrative.

Il romanzo ha una grande capacità di raccontare i dettagli della realtà nel modo in cui si presenta e di come si possa vivere nelle condizioni più difficili, anche nel bel mezzo di una guerra.

Immagini da Bengasi

In Libia si fa di tutto per vivere una vita normale come se ci si trovasse in un paese in pace, utilizzando la cultura: può trattarsi di una serata dedicata alla poesia, di uno spettacolo teatrale, o di un festival da qualche parte. Altrove, nella stessa città, si sentono le voci dei bombardamenti e delle distruzioni. Quasi la vita ci dicesse che se tutto sembra essere infelice e brutto, in cambio, in qualche altro posto, si troveranno la gioia e l’allegria.

La più bella scoperta è capire che i lettori continuano ad esistere in ogni momento e in ogni circostanza. E che la letteratura diventa il meccanismo di difesa creato dall’umanità per superare le crisi. Prova ne sono le epiche e le poesie, i canti di resistenza, i racconti immaginati dai popoli della terra durante tutto l’arco della Storia. Lo stesso dicasi per gli spettacoli teatrali  che non si sono mai fermati nonostante le guerre e le violenze indiscriminate.

Se chiediamo allo scrittore, al poeta o all’artista, essi diranno che la realtà della guerra è sì spiacevole, che l’orrore ha sì due ali e sette vite, ma pure che osservare e rappresentare aiutano a vivere. Mentre sviluppiamo la nostra creatività, scopriamo che la vita è più forte della morte.

 

Souad Khalil da Bengasi