Come riporta The Libyan Observer, nella giornata di ieri cinque persone sono rimaste uccise durante un attacco missilistico da parte delle forze di Khalifa Haftar a Souq Al-Thelat e Al-Gharbi Street nel centro della capitale Tripoli. I numeri sono stati forniti dal portavoce del Ministero della sanità libico, Ameen Al-Hashimi.

Il cimitero di Hammangi

Secondo l’Ansa e Agenzia Nova, alcuni razzi sarebbero caduti anche nei pressi del cimitero italiano e di quello inglese a Tripoli. Il cimitero italiano di Hammangi, dove sono in corso dei lavori di ristrutturazione in vista del cinquantenario della cacciata degli italiani nel 1970 ad opera di Gheddafi, è stato più volte profanato e distrutto. Negli anni passati le lapidi sono state divelte da jihadisti e bandi criminali e le salme sono state trasferite e conservate in un sacrario blindato e inaccessibile. L’Airl Onlus si è presa cura più volte del restauro del cimitero nel corso del tempo e si era anche interessata per una possibile traslazione di tutte le salme in Italia.

Il cimitero italiano devastato

Immagine dell’ultima devastazione del cimitero

L’ONU condanna gli attacchi

La missione delle Nazioni Unite in Libia ha condannato “questi attacchi indiscriminati” su aree civili. Sebbene la battaglia per Tripoli si sia fermata sul terreno, il sud e il centro della capitale sono stati bersaglio più volte nelle ultime settimane di lanci indiscriminati di missili e attacchi di droni.

Chiamata tra Conte e Serraj

Sabato 30 maggio, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha avuto una colloquio telefonico col premier libico Fayez Al-Serraj, alla guida del Governo di Accordo Nazionale. I rapporti fra i due governi si erano raffreddati nell’ultimo periodo: Al Serraj ha più volte richiesto un supporto militare italiano, ma la risposta è stata sempre negativa. Nella nota rilasciata dagli uffici di Conte il colloquio si sarebbe incentrato sulla volontà da parte italiana di proseguire sulla strada del solo sostegno politico al GNA. Serraj, invece, ha elencato tutti gli argomenti affrontati durante lo scambio avuto col Presidente italiano: dallo sblocco della produzione del petrolio alla missione Irini, dalla questione migranti all’aiuto richiesto alle autorità italiane per sminare i quartieri residenziali della zona sud di Tripoli (mine abbandonate dall’esercito di Haftar durante la ritirata dei giorni scorsi).

Il Presidente Conte e il Premier Al Serraj

Il Presidente Conte e il Premier Al Serraj

Scontri a Gharyan

Intanto stamattina il Libyan Express riferisce che la città di Gharyan è stata teatro di pesanti scontri sul fronte del Ghout Al-Reeh. Secondo il sindaco di Gharyan, in una dichiarazione rilasciata ai media locali, l’attacco delle forze del feldmaresciallo Haftar ha coinvolto droni di provenienza emiratina che hanno fatto irruzione in molte località della città. Sempre secondo la stessa fonte, ci sarebbe stata un’avanzata dell’esercito del Libyan National Army (LNA) nella città di Al-Asaba, conquistata lo scorso mese dall’esercito fedele ad Al-Serraj.

 

 

 
Mario Savina, analista geopolitico, si occupa di flussi migratori e dell’area euro-mediterranea. Ha conseguito la laurea in Lingue e letterature straniere all’Università di Bologna, la laurea magistrale in Sviluppo e Cooperazione internazionale a La Sapienza, dove ha ottenuto anche un Master II in Geopolitica e Sicurezza globale. Attualmente, oltre ad essere redattore del periodico Italiani di Libia, collabora con il centro Studi Roma 3000 e con il webmagazine Affarinternazionali.it.