Lo scontro tra il governo, M5S e Lega porterà, nel giro di una settimana, a partire da mercoledì 3 maggio, il caso migranti-Ong ad approdare alla Camera e al Csm. L’intero è verificare la fondatezza delle affermazioni del magistrato, che ha ammesso di non essere riuscito finora a trovare prove giudiziare per suffragare le sue ipotesi, ma ha anche anche detto di essere partito da intercettazioni, effettuate probabilmente dai servizi di sicurezza (non è chiaro se italiani o stranieri), che dimostrerebbero rapporti diretti tra membri dell’organizzazione criminale che organizza i viaggi dei migranti e persone a bordo delle navi che pattugliano il Canale di Sicilia, con l’obiettivo di collaborare, a scopo umanitario, alle operazioni di salvataggio.

Il Csm dovrà valutare se esistono i presupposti di un’azione disciplinare nei confronti di Zuccaro, che ieri è stato criticato anche dal procuratore di Palermo Lo Voi per le sue dichiarazioni.

Ma sarà sopratutto il caso politico alla Camera a tenere banco, anche perchè per tutta la giornata di ieri lo scontro tra Di Maio per i 5 Stelle, Salvini per la Lega e il ministro di Giustizia Orlando è continuato, in toni piuttosto duri.Le opposizioni accusano il governo di difendere le Ong per miminizzare le conseguenze dell’inchiesta mentre il ministro insiste sulle necessità di conoscere al più presto gli esiti del lavoro della procura di Catania, per capire se ci sono imputati da processare e quali responsabilità giudiziarie sono state effettivamente accertate, e non sollevare polveroni sul lavoro dei volontari che svolgono iniziative di solidarietà con i salvataggi. In linea, su questo punto, con la difesa delle Ong su cui anche il Vaticano ha preso formalmente posizione ieri.

Il propcuratore Zuccaro sarà ascoltato il 9 maggio alla Camera dalla commissione d’inchiesta sui migranti presieduta dal renziano Gelli, che ha ribadito il rischio di “gettare discredito su attività senza le quali non sarebbe possibile gestire l’emergenza migranti”. E dell’aspetto servizi segreti, da cui sarebbe partito l’allarme, si occuperà il comitato di controllo parlamentare Copasir, al quale sarà probabilmente il ministro dell’Interno Minniti a dover riferire. Un’eventuale conferma dei sospetti della procura di Catania , difficile da ottenere in tempi così brevi, non gioverebbe all’accordo tra Italia e Libia che dovrebbe essere implementato con la consegna di motovedette italiane alla guardia costiera di Tripoli per una maggiore sorveglianza delle coste. E’ anche per questo che il governo mantiene la sua cautela e preme sulla magistratura perchè faccia chiarezza.