Ex ministro della cultura, insegna a Parigi nell’università di Enrico Letta

SARA’ un accademico libanese che insegna in Francia il nuovo inviato dell’Onu per la Libia. Il segretario generale Antonio Guterres ha informato il Consiglio di sicurezza di aver scelto Ghassan Salamè, un ex ministro della Cultura libanese, come rappresentante speciale al posto del tedesco Martin Kobler.
La nomina arriva dopo mesi di ritardi e di incertezze: la prima scelta di Guterres era stata quella dell’ex premier palestinese Salam Fayyad, un tecnocrate molto vicino agli Stati Uniti, dove aveva studiato e lavorato più volte. Ma proprio l’amministrazione americana di Donald Trump, con un gesto pubblico eclatante, aveva bocciato la designazione, che di sicuro era stata sopposta in modo non ufficiale al vaglio dell’ambasciata Usa alle Nazioni Unite. Trump invece di bloccare la nomina in via riservata, dopo l’annuncio di Gueterres aveva fatto dichiarare pubblicamente: “Basta con palestinesi all’Onu, con rappresentanti ostili ai nostri alleati israeliani”.   Dopo la bocciatura di Salam Fayyad da parte di Washington, era stata la volta della Russia di mettere il veto, con un motivo qualsiasi, al secondo candidato individuato da Guterres, quasi per bilanciare l’uso del potere di veto da parte degli Usa.   Adesso arriva il libanese Salamè, scelto dopo che per alcune settimane sono girati i nomi di addirittura 29 possibili candidati alla successione di Kobler. Salamè è un professore, membro dell’International Crisis Group (a cui collabora anche Emma Bonino) e dell’International Peace Institute di New York. E’ stato ministro della Cultura in Libano dal 2000 al 2003, consulente dei segretari generali Onu Kofi Annan e Ban Ki-Moon e consigliere politico della missione Onu
in Iraq.
Fra l’altro fino al 2015 il libanese è stato direttore della Scuola di politica internazionale di Science Po, a Parigi, incarico nel quale gli è succeduto l’ex presidente del Consiglio italiano Enrico Letta.