Uno dei pilastri del ponte immaginario che collega la Liba con l’Italia è qui a latina che per un giorno è stata la capitale dell’assemblea generale dell’Associazione italiani Rimpatriati dalla Libia. Il cordone ombelicale è integro. “Il legame che c’è tra Italia e Libia si nutre di quello che gli italiani hanno fatto nel tempo”, ha detto l’Ambasciatore Italiano in Libia Giuseppe Perrone che ha introdotto ieri mattina i lavori al Park Hotel davanti ad una folta platea. A rappresentare il Comune di Latina, l’assessore Cristina leggio. “Le storie si intrecciano – ha detto – tra i tessuti e c’è un filo che lega la storia di ciascuno di noi”, ha spiegato, sorvolando sul rapporto molto intimo che c’è tra la storia di Latina e quella della Libia.

 

È una questione anche di memoria come ha sottolineato l’Ambasciatore italiano. “Se non tuteliamo la memoria non rispettiamo noi stessi, in Libia esistono molte potenzialità e lo sviluppo economico potrebbe essere un ingrediente per la stabilità”. La città di latina e la comunità dei rimpatriati, ha risposto con una presenza massiccia per una data che ha un senso e rappresenta un simbolo nei rapporti tra Italia e Libia. Arrivarono in tantissimi nel capoluogo pontino. Sì, proprio qui a Latina. Alcuni scorci ricordavano Tripoli per l’architettura razionalista, il marmo, i portici e le palme.

 

L’impatto emotivo per i rimpatriati fu meno traumatico anche per questo e a Latina la comunità si inserì bene e fu accolta da una città che stava gradualmente crescendo. “Il Governo italiano – aveva detto la presidente Giovanna Ortu – consentì a Gheddafi di celebrare quel giorno, il 7 ottobre, come ‘festa della vendetta’ in ricordo dell’espulsione degli Italiani avvenuta nel 1970”. Il ruolo degli italiani in Libia è stato fondamentale, come ha ricordato l’Ambasciatore nel modernizzare il paese. La Libia adesso è ad un bivio dopo che si è liberata di un regime che gli ha impedito di crescere. “Ma vogliamo essere ottimisti e allora – ha aggiunto l’Ambasciatore – non si può che migliorare”. Sì partendo proprio da Latina