“L’Italia dovrebbe allinearsi completamente con la Turchia e sostenere la posizione di Ankara in Libia”. Lo dichiara Valeria Giannotta, Assistente alla University of Turkish Aeronautical Association di Ankara secondo cui l’Italia dovrebbe rafforzare il suo partenariato strategico con la Turchia. Questo per proteggere i propri interessi nazionali nel risiko sempre più intricato della guerra per procura in Libia.

Mezran, attenzione alla divisione della Libia

Risiko complicato dalla miriade di fazioni e gruppi militari che fanno capo alle tribù libiche. L’incognita è dunque costituita dalla moltitudine di attori in gioco. Questo non permette di ipotizzare alcuno scenario futuro ma, come ha ammonito Karim Mezran, analista dell’Atlantic Council, “senza una reale volontà internazionale di forgiare una pace significativa, la divisione di fatto della Libia diventa certa”.

Italia e Turchia condividono gli stessi interessi

Chi sembra essere assente da tale gioco decisionale è proprio il nostro paese. Malgrado il profondo legame storico tra le due sponde del Mediterraneo e i notevoli interessi comuni su fonti energetiche, progetti infrastrutturali e lotta contro l’immigrazione clandestina. Sostenitrice di Serraj, l’Italia ha puntato ad un ruolo di mediazione delle parti in conflitto, senza ottenere però grandi risultati. “Italia e Turchia non condividono gli stessi interessi in Libia? Perché devono essere in contrasto nel Mediterraneo orientale?” si chiede Giannotta. La sua risposta è che l’Italia dovrebbe essere allineata con la Turchia e sostenerla nell’appoggio allo GNA.

GNA attacca Haftar a Sirte

Sul fronte militare, come abbiamo scritto ieri, l’Esercito nazionale libico (LNA) ha ripiegato verso est dopo le recenti sconfitte in Libia occidentale. In particolare a Sirte, circa 450 km a est di Tripoli, famosa per aver dato i natali al defunto dittatore Muammar Gheddafi. La città costiera è strategica e simbolica perché sorge a metà strada tra la capitale e Bengasi, quartier generale di Haftar. Come riferisce Al Jazeera, le forze del GNA hanno lanciato un’offensiva per catturarla. I combattimenti finora concentrati sulla periferia occidentale e meridionale della città.

Immagine di guerra in Libia

Immagine di guerra in Libia

La Russia potrebbe tornare in gioco

Domenica scorsa Fathi Bashagha, ministro degli interni del governo di accordo nazionale, aveva dichiarato che “La Libia non sarà completata senza il suo est”. Ma secondo alcuni analisti questa decisione del GNA rischia di vanificare gli sforzi finora ottenuti. Jason Pack, membro del Middle East Institute, afferma di non vedere una logica nell’espansionismo del primo ministro Fayez El Serraj verso Sirte. Tale comportamento potrebbe destabilizzare anche l’accordo presunto di spartizione della Libia tra Turchia e Russia. Se si ipotizza un’influenza di Mosca su Sirte e la base militare di al-Jufra – dove le forze di Haftar si sono ora rifugiate, l’azzardo è ancora più evidente. Il pericolo è infatti quello di vedere un rinnovato impegno di Russia, Emirati, Egitto (e Francia) al fianco dell’LNA. Non necessariamente di Haftar, conclude Pack.